L’Avanguardia
INIsta alla Fiera di Forlì 2016
Chi
è Gabriele-Aldo Bertozzi, e che cos’è il movimento da lui
fondato, l’INIsmo?
Gabriele-Aldo
Bertozzi è uno di noi, un Pneumonauta, un esploratore dei reami
dello spirito, un uomo che è giunto ai confini conosciuti
dell’universo e ne ha riportato i frammenti originali delle Prime
Parole. Egli ha vagato alla periferia più oscura del Cosmo, laddove
ancora galleggiano i rimasugli delle primordiali creazioni del Logos,
troppo assurde perché potessero vivere ancora, ed essere percepite
dalla nascente conformazione della mente umana o del soggiacente
Principio Antropico. Sono “gli aborti originali”, gli atomi della
Prima Parola, la primeva vibrazione del Big Bang, quelli che
Gabriele-Aldo Bertozzi ci riporta sulle sue tele, nelle sue sculture
e nelle sue opere letterarie. Egli naviga seguendo il riflusso della
contrazione del primo Tzimtzum, la convulsione originale dell’Oceano
Esterno, viaggia attraverso questi reami ed esplora le città
primordiali, distrutte a causa della loro tenebrosa oscurità, che
tuttavia cela in sé sfavillanti elementi primordiali e archetipici,
minuziosamente riportati nelle opere che la Fiera di Forlì ospita
nel padiglione dedicato all’Avanguardia da lui fondata a Parigi nel
1980. Questo movimento, che alcuni tentano di analizzare sul piano
esclusivamente artistico, rappresenta in verità la rappresentazione
estetica delle forme più alte di magia cosmica ed extra-cosmica; il
tentativo, cioè, di ricondurre in un piatto universo termodinamico
la proteiforme e pandimensionale qualità degli elementi primevi che
costituirono, prima dell’esplosione spirituale, i nuclei delle
parole originali. Nel numero 45 della rivista Bérénice (2013), ho
tentato di spiegare, sul piano occultistico, che cosa siano in realtà
questi “segni nascosti”, questi semi di destrutturazione d’idee
e immagini che il movimento ha chiamato “Inie”. Ora devo
aggiungere che la scoperta di questi semi primordiali non è stata né
casuale né frutto di mera ispirazione artistica, per quanto tale
movimento dell’anima possa elevare lo spirito di colui che lo
esperisce. No, si tratta di un “tesoro nascosto”, che sul pianeta
Terra alcuni hanno tentato di reperire nelle desolazioni del Tibet e
della Tartaria, un bottino occulto che è stato lungamente e
faticosamente cercato, analizzato e ricondotto nei reami della
materia e della Hyle, nella sfera di Malkuth, dai più profondi
abissi dell’Ain Soph Aur, le regioni trans-plutoniane i cui
cancelli possono essere aperti dal corretto utilizzo di una Chiave
Magica. Tale mezzo, va da sé, è l’Intuizione, che in Bertozzi non
si risolve puramente sul piano artistico, ma si reca oltre, nella
scientifica, occulta e trans-mentale ricerca della “Parola
Perduta”. Quando il nostro Fratello, il Pneumonauta, il “nomade
dello spirito”, vero erede e Figlio Occulto di Rimbaud, mette le
mani eteriche su questo tesoro, che cosa scopre? Un’iridescente e
multiforme congerie di frammenti delle idee archetipiche, che egli
setaccia come un cercatore d’oro alla fine del fiume Eridano fino a
scoprirne le perle più lucenti per portarle all’attenzione del suo
pubblico terrestre. Egli non dimentica altresì di ricordare nel suo
diario di viaggio, composto di un gran numero di opere dal 1980 a
oggi, il periglioso passaggio che gli permise di introdursi
furtivamente, come un ladro nella notte del Cosmo, oltre le
emanazioni eoniche e il loro riflusso lungo tutto l’Albero
Sephirotico. Ecco che sostiamo dunque davanti alla sua “Porta
Magica”, opera scultorea che pare il riflesso iperuranio
dell’antico ingresso nella Villa del Marchese Palombara a Roma
dove, sotto l’egida dell’illuminata Cristina di Svezia, si
condussero esperimenti alchemici ai limiti dell’immaginabile,
coinvolgendo uomini passati evidentemente oltre lo stadio umano, come
Santinelli e Gualdi. Come Bertozzi, che con mano di ferro cozzante
con la sua voce precisa e delicata, mi conduce attraverso le
ramificazioni che il movimento da lui fondato in tutti i centri di
potere della Terra, i Chakra e i Marma dell’organismo vivente, del
primitivo Purusha. Gabriella Giansante, Laura Aga-Rossi, Jorge
Barreto, Paul Lambert, Lex Loeb, François Proïa, Neli Maria Vieira
sono soltanto alcuni rappresentanti di questa “semina
destrutturante” che dal 1980 smuove le fondamenta degli stampi
archetipici e dei preconcetti artistici su questo pianeta. Davanti
alle prime opere di Angelo Merante (Angelus Novus), il cuore del
cultore delle Scienze Occulte fa un balzo: non sono forse questi gli
“atavismi risorgenti” che Spare estrasse dagli abissi del suo
oscuro subconscio in un portentoso “alfabeto del desiderio”?
Incantesimi, formule magiche che non parlano alla mente, mirano
invece a smuovere i pilastri di Daath per far sì che le forze
sconosciute dimoranti in quelle regioni possano finalmente liberarsi.
Un sonetto o un’intera opera possono essere espressi in pochi,
concisi segni di quel primigenio grafema, l’Inia: tale è, infatti,
il suo potere, “il massacro delle rivolte logiche” affinché
l’enucleazione semantica pura possa avvenire. Questo è il metodo
della Magia Stocastica, dell’Alchimia Verbale; sotto dure scorze di
fonemi si cela l’Oro Puro della Parola e l’INIsmo ha operato una
tale sublimazione e palingenesi. Qual è il veicolo “terrestre”
di tale manifestazione grafica? Gabriele-Aldo Bertozzi lo rivela
apertamente nel suo romanzo “Ritorno a Zanzibar”. È la Nera
Sacerdotessa, che egli non esita a ricoprire dei segni occulti e
ritrovati in modo tale che, nella scura tela della sua pelle nuda,
possa avvenire l’incontro mistico tra i “Kala” corporei nella
Coppa di Babalon e i simboli della primitiva destrutturazione ai
confini dell’universo conosciuto. Davanti alla fotografia esposta
nel padiglione, non mi riesce difficile pensare a cosa debba aver
effettivamente visto questa rappresentante dell’antico Culto
Ofidiano, nell’accompagnarsi a uno strano e pensoso essere di
terribile gentilezza: la vivace e sanguinante visione di occhi che
hanno scorto ciò che la fisica teorica ha oggi soltanto potuto
ipotizzare, che l’Occultismo contemporaneo studia costantemente e
quotidianamente, e che l’INismo ha portato all’attenzione
internazionale.