martedì 22 marzo 2016

L’Avanguardia INIsta alla Fiera di Forlì 2016 di Fabio Todeschini

L’Avanguardia INIsta alla Fiera di Forlì 2016


Chi è Gabriele-Aldo Bertozzi, e che cos’è il movimento da lui fondato, l’INIsmo?

Gabriele-Aldo Bertozzi è uno di noi, un Pneumonauta, un esploratore dei reami dello spirito, un uomo che è giunto ai confini conosciuti dell’universo e ne ha riportato i frammenti originali delle Prime Parole. Egli ha vagato alla periferia più oscura del Cosmo, laddove ancora galleggiano i rimasugli delle primordiali creazioni del Logos, troppo assurde perché potessero vivere ancora, ed essere percepite dalla nascente conformazione della mente umana o del soggiacente Principio Antropico. Sono “gli aborti originali”, gli atomi della Prima Parola, la primeva vibrazione del Big Bang, quelli che Gabriele-Aldo Bertozzi ci riporta sulle sue tele, nelle sue sculture e nelle sue opere letterarie. Egli naviga seguendo il riflusso della contrazione del primo Tzimtzum, la convulsione originale dell’Oceano Esterno, viaggia attraverso questi reami ed esplora le città primordiali, distrutte a causa della loro tenebrosa oscurità, che tuttavia cela in sé sfavillanti elementi primordiali e archetipici, minuziosamente riportati nelle opere che la Fiera di Forlì ospita nel padiglione dedicato all’Avanguardia da lui fondata a Parigi nel 1980. Questo movimento, che alcuni tentano di analizzare sul piano esclusivamente artistico, rappresenta in verità la rappresentazione estetica delle forme più alte di magia cosmica ed extra-cosmica; il tentativo, cioè, di ricondurre in un piatto universo termodinamico la proteiforme e pandimensionale qualità degli elementi primevi che costituirono, prima dell’esplosione spirituale, i nuclei delle parole originali. Nel numero 45 della rivista Bérénice (2013), ho tentato di spiegare, sul piano occultistico, che cosa siano in realtà questi “segni nascosti”, questi semi di destrutturazione d’idee e immagini che il movimento ha chiamato “Inie”. Ora devo aggiungere che la scoperta di questi semi primordiali non è stata né casuale né frutto di mera ispirazione artistica, per quanto tale movimento dell’anima possa elevare lo spirito di colui che lo esperisce. No, si tratta di un “tesoro nascosto”, che sul pianeta Terra alcuni hanno tentato di reperire nelle desolazioni del Tibet e della Tartaria, un bottino occulto che è stato lungamente e faticosamente cercato, analizzato e ricondotto nei reami della materia e della Hyle, nella sfera di Malkuth, dai più profondi abissi dell’Ain Soph Aur, le regioni trans-plutoniane i cui cancelli possono essere aperti dal corretto utilizzo di una Chiave Magica. Tale mezzo, va da sé, è l’Intuizione, che in Bertozzi non si risolve puramente sul piano artistico, ma si reca oltre, nella scientifica, occulta e trans-mentale ricerca della “Parola Perduta”. Quando il nostro Fratello, il Pneumonauta, il “nomade dello spirito”, vero erede e Figlio Occulto di Rimbaud, mette le mani eteriche su questo tesoro, che cosa scopre? Un’iridescente e multiforme congerie di frammenti delle idee archetipiche, che egli setaccia come un cercatore d’oro alla fine del fiume Eridano fino a scoprirne le perle più lucenti per portarle all’attenzione del suo pubblico terrestre. Egli non dimentica altresì di ricordare nel suo diario di viaggio, composto di un gran numero di opere dal 1980 a oggi, il periglioso passaggio che gli permise di introdursi furtivamente, come un ladro nella notte del Cosmo, oltre le emanazioni eoniche e il loro riflusso lungo tutto l’Albero Sephirotico. Ecco che sostiamo dunque davanti alla sua “Porta Magica”, opera scultorea che pare il riflesso iperuranio dell’antico ingresso nella Villa del Marchese Palombara a Roma dove, sotto l’egida dell’illuminata Cristina di Svezia, si condussero esperimenti alchemici ai limiti dell’immaginabile, coinvolgendo uomini passati evidentemente oltre lo stadio umano, come Santinelli e Gualdi. Come Bertozzi, che con mano di ferro cozzante con la sua voce precisa e delicata, mi conduce attraverso le ramificazioni che il movimento da lui fondato in tutti i centri di potere della Terra, i Chakra e i Marma dell’organismo vivente, del primitivo Purusha. Gabriella Giansante, Laura Aga-Rossi, Jorge Barreto, Paul Lambert, Lex Loeb, François Proïa, Neli Maria Vieira sono soltanto alcuni rappresentanti di questa “semina destrutturante” che dal 1980 smuove le fondamenta degli stampi archetipici e dei preconcetti artistici su questo pianeta. Davanti alle prime opere di Angelo Merante (Angelus Novus), il cuore del cultore delle Scienze Occulte fa un balzo: non sono forse questi gli “atavismi risorgenti” che Spare estrasse dagli abissi del suo oscuro subconscio in un portentoso “alfabeto del desiderio”? Incantesimi, formule magiche che non parlano alla mente, mirano invece a smuovere i pilastri di Daath per far sì che le forze sconosciute dimoranti in quelle regioni possano finalmente liberarsi. Un sonetto o un’intera opera possono essere espressi in pochi, concisi segni di quel primigenio grafema, l’Inia: tale è, infatti, il suo potere, “il massacro delle rivolte logiche” affinché l’enucleazione semantica pura possa avvenire. Questo è il metodo della Magia Stocastica, dell’Alchimia Verbale; sotto dure scorze di fonemi si cela l’Oro Puro della Parola e l’INIsmo ha operato una tale sublimazione e palingenesi. Qual è il veicolo “terrestre” di tale manifestazione grafica? Gabriele-Aldo Bertozzi lo rivela apertamente nel suo romanzo “Ritorno a Zanzibar”. È la Nera Sacerdotessa, che egli non esita a ricoprire dei segni occulti e ritrovati in modo tale che, nella scura tela della sua pelle nuda, possa avvenire l’incontro mistico tra i “Kala” corporei nella Coppa di Babalon e i simboli della primitiva destrutturazione ai confini dell’universo conosciuto. Davanti alla fotografia esposta nel padiglione, non mi riesce difficile pensare a cosa debba aver effettivamente visto questa rappresentante dell’antico Culto Ofidiano, nell’accompagnarsi a uno strano e pensoso essere di terribile gentilezza: la vivace e sanguinante visione di occhi che hanno scorto ciò che la fisica teorica ha oggi soltanto potuto ipotizzare, che l’Occultismo contemporaneo studia costantemente e quotidianamente, e che l’INismo ha portato all’attenzione internazionale.

Lo spazio dell'INISMO, movimento internazionale d'avanguardia, a Vernice Art Fair di Forlì. Gabriel-Aldo Bertozzi e Gabriella Giansante dialogano con Fabio Todeschini.